Titolo articolo Produttività ed orario di lavoro: considerazioni
L'autore  Gianluca di CASTRI

Nell’antichità europea, in particolare nell’Europa occidentale, il lavoro manuale, nei campi o nell’edilizia, si estendeva di norma dall’alba al tramonto, con una breve pausa per il pasto di mezzogiorno; la settimana era di sei giorni lavorativi, si dovevano inoltre considerare le festività, in genere di carattere religioso, e le sospensioni del lavoro dovute alle condizioni atmosferiche. In definitiva, si ritiene che l’orario annuo di lavoro, dal XIV alla metà del XVIII secolo, fosse di poco superiore alle 3000 ore; questo numero è quasi certamente vero anche per le epoche precedenti.

Certo, esso poteva essere superato in talune condizioni particolari, come la servitù o la schiavitù domestica o il lavoro, in generale forzato, nelle miniere o nelle galee; certo, se facciamo lavorare uno schiavo 14 ore al giorno per 6 giorni settimanali giorni all’anno otteniamo 4382 ore lavorative, ma di fatto un orario di questo tipo potrebbe essere pensabile solo in lavori domestici a bassa intensità.

D’altra parte, le galee non erano in mare tutto l’anno, anche se quando erano in navigazione i rematori non avevano né giorni di riposo né momenti di pausa, ma remavano, incatenati ai banchi, dall’alba al tramonto e dormivano e mangiavano sempre incatenati agli stessi; la situazione estrema rendeva necessario l’uso della frusta come stimolante. Poco sappiamo di come si lavorasse in miniera, ove i lavoratori erano utilizzabili per pochi anni a causa del rapido deterioramento del loro stato di salute; simili situazioni continuano a prodursi  in taluni parti del mondo.

Tuttavia l’orario di riferimento, per l’antichità ed il medioevo, può essere considerato di 3050 ore/anno; si tratta di quell’orario che poteva essere praticato per tutta la vita senza causare abnormi diminuzioni dell’aspettativa di vita o deterioramento dello stato di salute. Come abbiamo detto, questo era l’orario tipico dell’agricoltura e dell’edilizia, per la servitù domestica l’orario poteva essere differente, ma spesso si trattava di lavori a bassa intensità, in cui il servitore, per lunghe ore, doveva  sì essere disponibile alla chiamata ma era di fatto scarsamente attivo e non soggetto a fatica fisica tanto da essere considerato un privilegiato rispetto a chi lavorava nei campi.

L’orario di lavoro tende a crescere con la Rivoluzione Industriale fino ad un valore medio annuo di 3400 ore; teniamo presente che all’epoca le giornate lavorative in un anno potevano essere più o meno 300, per 12 ore al giorno, danno un orario annuo di 3600 ore; si deve notare, inoltre, che nel XIX secolo, l’orario di lavoro giunse e talora superò le 14 ore al giorno.
Con la metà del XIX secolo inizia il processo di riduzione degli orari di lavoro, sancito spesso anche da disposizioni legislative, emesse in vari tempi nei vari Paesi....