IPMA 24th World Congress, Istanbul 1-3 Novembre 2010
I congressi di Project Management sono tutti uguali?
Ho avuto l’opportunità di partecipare, anche in qualità di speaker, al recente 24th World Congress dell’IPMA, tenutosi a Istanbul dal 1 al 3 Novembre 2010. Ho voluto pormi in modo curioso verso questa esperienza, essendo un frequentatore dei congressi del PMI, ponendomi l’interrogativo: ci sarà qualcosa di differente, oppure i congressi internazionali di Project Management sono tutti uguali? Ecco di seguito alcune riflessioni.
Ebbene sì, vi sono numerosissimi punti di contatto: la durata in giornate, la suddivisione degli interventi per numerose aree tematiche, la presenza di un’area espositiva, invited speakers per la cerimonia di apertura, attività pre e post congresso, location prestigiose e eleganti, articoli e presentazioni di diverso livello e di diverso taglio, presenze prestigiose nel Project Management (Frank Anbari, Roland Gareis, Carol Dekkers, Sergio Pellegrinelli e altri ancora).
Peraltro, il congresso IPMA ha evidenziato alcuni punti peculiari che desidero condividere con il lettore:
- molto formale, nell’abbigliamento dei partecipanti, nel tono e nel registro delle presentazioni e delle conversazioni;
- molto maschile, prevalenza visibile di partecipazione maschile;
- forte connessione con il tessuto politico e produttivo della nazione ospitante:
a. primo ministro e ministro delle telecomunicazioni invited speakers b. prevalente presenza nell’area espositiva di rlevanti imprese nazionali di produzione, servizi e telecomunicazioni;
- prevale l’attenzione ai progetti più che attenzione al project management:
a. le presentazioni di casi di studio e esperienze reali prevalgono sull’esposizione di tecniche, approcci, metodi di gestione progetto; b. nell’area espositiva assenza pressoché totale di fornitori di strumenti, consulenza e training sul Project Management; al contrario, grandissima presenza di grandi imprese di telecomunicazioni (tutte le telefoniche turche al completo), di servizi (ad esempio le poste turche) e di costruzione e ingegneria, tutte esponenti i propri progetti anche mediante foto, filmati, modelli;
- pur essendo possibile fare shopping degli interventi, quindi circolare da una sessione alla successiva spostandosi di aula per seguire il proprio personale flusso di interesse, gli interventi sono stati raccolti in aggregati collegati da un medesimo filo conduttore, e collocati nel tempo consecutivamente nella stessa aula. Nell’aula permane un coordinatore che, oltre che presentare e dare la parola agli speaker, ha anche il compito di collegare tra loro gli interventi e di fare un wrap-up finale. Uno sforzo, quindi, di offrire
più che interventi individuali, dei
veri e propri mini seminari ai quali è proficuo partecipare dall’inizio alla fine di un’intera sessione senza spostarsi di aula. Questo spiega anche la durata ristretta (20’) assegnata alle presentazioni individuali, completata dalla presenza di un knowledge hub, uno spazio specifico, adiacente all’area espositiva, nel quale possono avere luogo approfondimenti informali con gli speaker;
- processo di raccolta e selezione dei contributi molto impegnativo, dura tre mesi e ai candidati allo speech viene richiesto l’ìntero articolo e non un semplice abstract.
In sintesi, prevalgono certamente i punti di contatto, anche se, come spesso accade, la diversità che si trova è stimolante, utile e interessante sotto differenti aspetti, tecnici, professionali e individuali.
Andrea Caccamese, PMP, Prince2 Practitioner
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